Il ritorno di “Pressing” in seconda serata su Canale 5: volti storici e nuove idee per un talk che mescola calcio, sport e spettacolo tra luci e ombre
Il ritorno di “Pressing” su Canale 5 era atteso con curiosità. Una trasmissione che ha fatto la storia del racconto calcistico italiano non poteva permettersi di riapparire senza qualche novità, e infatti la prima puntata di questa nuova edizione ha mostrato un format rinnovato, a metà strada tra il talk show e il contenitore sportivo classico.
Al timone ci sono Alberto Brandi e Monica Bertini, due volti ormai familiari del giornalismo Mediaset, che hanno aperto la serata ricordando l’eredità del marchio ma con l’obiettivo di proiettarlo in una dimensione più moderna. Non solo calcio, ma “cuore dello sport” in senso più ampio: il sottotitolo scelto per il programma è già una dichiarazione d’intenti.
La prima puntata si è naturalmente concentrata sulla ripresa della Serie A dopo la sosta delle Nazionali. In scaletta non potevano mancare Juventus-Inter, che resta il big match più atteso, e Milan-Bologna, presentata come sfida di grande fascino e con un retrogusto di rivincita dopo la finale di Coppa Italia.
Gli highlights hanno aperto la strada ai dibattiti in studio, con il solito corredo di episodi arbitrali e analisi tattiche.
Accanto ai due conduttori, la trasmissione ha presentato una squadra di opinionisti variegata. Clemente Russo, ex pugile olimpionico e tifosissimo del Napoli, ha portato un punto di vista non convenzionale, più emotivo che tecnico.
Poi c’erano ex calciatori come Andrea Ranocchia e Giampaolo Pazzini, capaci di dare letture più pratiche delle partite vissute da dentro lo spogliatoio. Non mancava Alessio Tacchinardi, ormai presenza fissa dei salotti Mediaset, che ha alzato i toni con analisi più dirette.
La prima serata ha cercato di alternare il ritmo televisivo alle esigenze di approfondimento. La moviola è rimasta un punto fermo: gli episodi arbitrali vengono ancora presentati come il momento più atteso, perché sono il terreno su cui si infiamma la discussione.
Ma accanto al calcio si è provato a raccontare anche altro, con inserti legati ad altri sport e a storie che vanno oltre i novanta minuti. Un tentativo di differenziare il prodotto, consapevole che oggi gli highlights si trovano ovunque e in tempo reale, mentre la televisione deve offrire qualcosa in più.
Come ogni debutto, la puntata ha mostrato anche qualche sbavatura. La mole di ospiti rischia di diluire i tempi e di rendere meno incisive le analisi, soprattutto quando si passa rapidamente da un argomento all’altro. E la fascia oraria della seconda serata resta impegnativa: per mantenere il pubblico sveglio serve un ritmo ancora più serrato.
Resta però l’impressione di un ritorno importante: “Pressing” è un marchio che parla agli appassionati e che si porta dietro un pezzo di memoria televisiva. Il nuovo corso di Canale 5 prova a tenerlo vivo con un linguaggio attuale, mescolando calcio, sport e spettacolo. Sarà il tempo a dire se la formula convincerà anche i nostalgici delle edizioni storiche.
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