Un viaggio attraverso la battaglia di Igor Protti contro il tumore, un racconto di coraggio e determinazione nel cuore del mondo del calcio

Sta accadendo sempre più spesso che gli idoli della nostra infanzia o della nostra gioventù ci sciocchino con messaggi che ci gelano il sangue nelle vene, portandoci a vivere la loro preoccupazione come se fosse la nostra.
L’ultimo è un’icona del calcio anni ’90 e 2000, uno che in Serie A è stato anche capocannoniere con il Bari e che poi ha saputo segnare praticamente in ogni categoria, trascinando il Livorno dalla Serie D alla Serie A. Stiamo parlando di Igor Protti, una delle icone di quel calcio e un rappresentante illustre della nostalgia calcistica che oggi combatte con un brutto male.
Nelle ultime ore Igor Protti ha condiviso un aggiornamento che ha scosso chi gli vuole bene e chi ha tifato per lui, anche solo per una stagione: il tumore è arrivato alle vertebre.
Come sta davvero Igor Protti: cosa significa che il tumore è alle vertebre
L’estensione alla colonna vertebrale è un passaggio clinicamente serio e umanamente provante; non significa resa, significa che la partita si fa più dura e che servono strategie mirate, tempi lunghi, una squadra di medici e affetti a bordo campo.

Protti lo sa. E la reazione del suo mondo è stata immediata: ex compagni, tifosi di colori diversi, addetti ai lavori. L’abbraccio è trasversale, com’era trasversale il rispetto che si è guadagnato segnando senza mai umiliare.
Non è la prima volta che il pallone fa i conti con la fragilità. La memoria corre a Sinisa Mihajlovic, che ha affrontato con coraggio una leucemia fulminante, restando in panchina finché ha potuto, e a Gianluca Vialli, esempio di stile e tenacia nella sua battaglia contro il tumore al pancreas. E che dire anche di Totò Schillaci, altro grande dolore recente del nostro calcio.
Per fortuna però ci sono anche degli esempi positivi. Come Franco Baresi, che forse ha preso in tempo la malattia con la quale sta avendo a che fare, o ad esempio Francesco Acerbi, tornato in campo dopo un tumore al testicolo. Sebastien Haller ha lottato contro lo stesso male e ha segnato di nuovo, come se ogni rete fosse un promemoria di cosa significhi riprendersi i propri spazi.
Ci sono poi i casi di chi ha affrontato patologie gravissime e ha ritrovato equilibrio, se non la carriera: la lista è più lunga di quanto ricordiamo e dice che non esiste un copione unico, ma possibilità.
Chiudiamo con un auspicio che non è retorica: che Protti, con la sua schiettezza e quella forza mite che lo ha sempre accompagnato, vinca questa battaglia, come hanno fatto altri prima di lui. E che lo faccia a modo suo, com’è sempre stato.